Tatuati/e in cucina?
Un mondo di regole
Non c’è nulla da fare. La cucina è un mondo pieno di regole ferree e restrittive… la divisa stessa ci riporta dritti dritti al mondo militare.
Un grande cuoco vive sulla sua pelle tutto ciò: mani curate, divisa candida e sempre ben stirata, barba e capelli in ordine… Ora, sarà forse tutta questa rigidità, sarà forse la moda, ma nel settore cominciano a emergere piccoli grandi segni di insofferenza: tanto per fare un esempio, molti hanno già ceduto al fascino indiscreto del tatuaggio.
Il fascino indiscreto del tatuaggio
Che non fosse più appannaggio di bikers e galeotti lo sapevamo da un pezzo, almeno da quando lo sfoggiano radiose neo-mamme.
Se parliamo di artisti/e della cucina – che con la loro tavolozza costruiscono piatti straordinari –, a segnare in maniera indelebile il corpo non sono tanto (o soltanto) nomi di pargoli e neonati, ma ciò che più rappresenta la passione per il lavoro. Ecco allora pesci colorati, coltelli, pentole e padelle irrompere sotto il bianco della giacca.
Esempi televisivi e di tendenza, come Rubio, ne hanno fatto un’autentica bandiera: la divisa nasconde a fatica disegni elaborati e ingombranti, che manifestano con vitalità il desiderio di spezzare la monotonia dei gesti e l’assillo della corsa contro il tempo.
Tatuaggi: c’è chi li ama, ma c’è ancora chi li detesta
Ovviamente non c’è nulla di male nell’esprimere con un tatuaggio stato d’animo, creatività e passione per un lavoro così complicato e difficile, ma… c’è sempre un “ma”!
La legge sulla sicurezza alimentare non pone grandi vincoli. Il tatuaggio viene sostanzialmente considerato al pari di una ferita: basta che non sia fresco e realizzato in punti a contatto con il cibo; solo in tal caso scatta il divieto di lavorare per evitare possibili contaminazioni.
Ma (ecco l’annunciato “ma”) soddisfare i desideri del datore di lavoro e del cliente è un altro paio di maniche…
Non tutti accettano il fatto che in cucina il piatto sia stato realizzato da uno Chef “variopinto”; stessa cosa per il servizio in sala.
è perlopiù vero ciò che afferma la stampa: i tatuaggi troppo visibili possono creare problemi nel trovare lavoro. Sembra assurdo nel XXI secolo, ma un responsabile del personale può ritenere che cuochi e camerieri tatuati diano un’impressione negativa del locale.
Considerato tutto ciò, il mio consiglio è…
Tatuatevi pure, ma, se possibile, fatelo con discrezione, in punti che durante il lavoro rimangono coperti. Un po’ come accade per i capelli: possono essere lunghi, lunghissimi e anche di più, ma sotto il cappello scompaiono!