Graziella De Nizza e Paolo Tomassini ci portano a spasso per i sentieri del Monte Nerone Appennino Umbro Marchigiano in Provincia di Pesaro e Urbino alla scoperta delle erbe spontanee. o come direbbe Graziella nel suo libro Erbe Buone e Facili.
Chi ci accompagna nei sentieri Gianluca Dormicchi.
Probabilmente colui che chiamò in questo modo questa Liliacea conosceva i benefici che l’Allium ursinum ha per gli orsi che al termine del loro periodo di letargo ne fanno bottino, trovandone grande disponibilità nel loro Habitat, per rimineralizzarsi e depurare il loro organismo dalle tossine accumulate dopo il lungo sonno invernale.
Questa pianta officinale cresce spontanea nei boschi di latifoglie su terreno calcareo, in zone umide e ombrose, dalla pianura fino a 1.500 m.
La pianta è un’erbacea perenne, che non ha un fusto, ma tante foglie che crescono direttamente dal terreno, picciolate, a lamina larga che apparentemente non ricordano quelle di un agliacea, ma piuttosto le foglie di due piante velenose potenzialmente mortali: il mughetto (Convallaria majalis) e il colchico (Colchicum autunnale), strofinando le sue foglie però tutti i dubbi svaniscono per l’intenso odore di aglio sprigionato dalla pianta.
Principi nutritivi e propietà
Le proprietà attribuitegli sono quella di abbassare il tasso di colesterolo nel sangue, ipotensive, antiossidante, di aumentare le difese immunitarie, funge da antimicotico e antifungino. Combatte la caduta dei capelli, si utilizza fresco in cataplasmi per alleviare i dolori reumatici. È ricco di vitamine del gruppo B, tra cui l’antipellagra, di beta carotene, di Vit. C . contiene inoltre dei fitormoni che alleviano i disturbi della menopausa.
Un po’ di storia
Le proprietà antiffiammatorie e di aumentare le difese dell’organismo dell’Allium sativum, il comune aglio, è risaputa fin dall’epoca Egizia.
Definita “ Herba salutaris” nel Medioevo presso i Celti e i popoli dei paesi nordici, si pensava che potesse donare la stessa forza del possente mammifero a cui fa riferimento il su nome.
In cucina
È una pianta molto versatile: si utilizzano tutte le sue parti sia cotta che cruda, senza controindicazioni. Con le foglie fresche si può fare un ottimo pesto dal gusto piccantino che può essere addolcito se si sostituisce, per un 40%, con foglie di basilico. Ancora le foglie e i fiori si mescolano con altre erbette di campo per aromatizzare ed ingentilire insalate, o per dare sapore a ortaggi e altre verdure stufate (zucchine, peperoni, melanzane, tarassaco, crespino…), per insaporire frittate, minestre, o patate, pesci e carni lesse. La pianta intera fresca può essere messa in olio EVO per ottenere un olio aromatizzato. I bulbi si possono utilizzare come il comune aglio e possono essere conservati sott’olio….e per i maschietti pigri da provare, dopo cena, prima di andare a letto, un bicchierino di liquore all’Aglio Orsino.
Ricetta
- n.8 fette di polenta abbrustolita
- g 100 di foglie di aglio orsino
- g 30 di noci tritate
- cc 100 olio extravergine d’oliva
- g 100 di parmigiano e pecorino grattugiati
- g 20 di basilico fresco
- un pizzico di sale
Mettere le foglie di aglio ordino nel mixer insieme alle noci, al basilico, ai formaggi e al sale, metà dell’olio. Frullare aggiungendo lentamente altro olio d’oliva fino ad ottenere una salsa fluida. Spalmare il pesto sui crostoni di polenta caldi e servire subito.
Con il pesto così preparato si può eventualmente condire delle linguine, trenette, gnocchi o altro tipo di pasta.
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Grazie Paolo e Graziella 😉