ARTICOLO DI GABRIELE ZANATTA PER IDENTITA GOLOSE.

Sono tempi sensibili al tema della ristorazione virtuosa. Se la felicità di un’azienda si misurasse con la longevità delle persone che vi lavorano, il ristorante Uliassi di Senigallia svetterebbe sopra a tutti. Come non coinvolgere, allora, il patron nel dibattito di quest’estate?

È proprio Mauro Uliassi a elencare nomi e militanze della sua formidabile brigata. L’aveva già fatto alla conquista della terza stella Michelin, nel dicembre scorso: «E’ la vittoria dei miei ragazzi», dichiarò un secondo dopo. Oggi ci ricorda che: «Mauro Paolini, il capo dei capi in cucina, lavora con me dal 1992, cioè 2 anni dopo l’apertura – e si è pure sposato mia sorella Catia. L’altro capo, Luciano Serritelli, è con noi da 25 primavere. In loro assenza comanda il terzo capo, Michele Rocchi, qui dal 2000. Il rosticciere Yuri Raggini fa 15 anni; Andrea Merloni, agli antipasti, 12. Alessio Orlando è il più giovane, con noi da 7 anni. Il pasticciere Mattia Casablanca, 25 anni, è qui da poco ma ha prospettive altrettanto ampie. Sono i miei fedelissimi di cucina. Chiunque gli metti accanto si muove secondo il respiro imposto da loro».

E la sala? «Mia sorella Catia e Ivano Coppari sono qui dall’apertura, 1990. Mio figlio Filippo si muove tra i tavoli dal 2010. Tutti gli altri camerieri da 2 o 3 anni. È un gruppo di lavoro molto solido. Quando possiamo facciamo pure una discreta cagnara. E se a volte capita che m’incazzo come un serpente, mi scuso subito dopo».

Un realtà felice. Quanti siete oggi?
35 in tutto: 20 lavorano in cucina, 12 in sala, 3 lavapiatti.

Che turni osservano?
Cerchiamo di stare in ritmi più umani della media generale. Penso che non abbia molto senso parlare di 40 o 50 ore settimanali. Occorre spostare il tema dalla quantità alla qualità di questo tempo. Capire come fare per mantenere alto il livello di serenità al lavoro.

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