- Uova Intere 4
- Lievito Chimico 1 bustina
- Varnelli 1 tazzina
- Semi di Anice 1 cucchiaio
- Arancio Grattugiato 1
- Limone Grattugiato 1
- Mandorle 200 g
- Burro 150 g
- Zucchero Semolato 350 g
- Farina 00 500 g
- Sale Fino 1 pizzico
Mettere la farina setacciata con il lievito nella planetaria con la foglia.
Aggiungere il burro, gli aromi, e progressivamente le uova, le mandorle e il liquore.
Per ultimo unire lo zucchero.
Far riposare l’impasto per circa 15 minuti in frigo coperto con la pellicola.
Formare dei bigoli rotolandoli nello zucchero semolato e far riposare ancora per 15 minuti.
Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 12 minuti.
Togliere dal forno, appoggiare su un tagliere e con un coltello a sega tagliare i filoncini in obliquo formando dei biscotti larghi circa 2 cm.
Ripassarli in forno per farli asciugare per altri 5 minuti.
L’origine dei cantuccini risale almeno al XVI secolo e il nome sembra derivare da “canto”, parte di un insieme, o da “cantellus”, in latino “pezzo o fetta di pane”, una galletta salata che già i soldati romani consumavano durante le campagne militari. Il biscotto nella sua forma “dolce” si inserisce invece nel solco della nuova produzione e del consumo dolciario affermatosi, innanzitutto in Inghilterra e in Toscana e poi anche nel resto di Europa, a partire dal XIV secolo, come conseguenza di quello che gli storici hanno definito “boom dello zucchero”, seguito alla diffusione della coltivazione della canna da zucchero in Nord Africa ed Europa Meridionale.
A partire dalla seconda metà del ’500, i cantucci fecero così la loro comparsa alla corte dei Medici, anche se, come mostra la ricerca effettuata sulle ricette dell’epoca, non contenevano ancora mandorle, ispirandosi ai già conosciuti biscotto di Pisa e al parente “biscotto genovese”.
Il ‘700 fu caratterizzato dal diffondersi dei cantucci in diverse varianti, ma solo a partire dal ‘900 i cantuccini alle mandorle iniziarono ad essere prodotti in tutta la Toscana sempre più su larga scala. La presenza nella loro ricetta di burro e di agenti lievitanti li rendeva infatti un prodotto a lunga conservazione particolarmente adatto alla distribuzione di massa e all’esportazione.
Con questo freddo, vicino al camino acceso cosa c’è di meglio che assaggiare degli ottimi cantucci abbinati a del buon vin Santo.